L'Istituto Superiore di Sanità con un suo parere datato 04/03/2020 (in allegato) ha dettato le linee guida per la gestione dei rifiuti extra-ospedalieri da abitazioni di pazienti positivi al COVID-19 in isolamento domiciliare.
I rifiuti urbani provenienti da abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria dovrebbero essere considerati equivalenti a quelli che si possono generare in una struttura sanitaria, come definiti dal DPR 254/2003. Si tratterebbe quindi di rifiuti sanitari a rischio infettivo (Classe 6.2 ADR).
Ritenendo comunque di difficile attuazione l'organizzazione di un servizio domiciliare per il ritiro dei rifiuti a rischio infettivo, l'ISS elabora un serie di indicazioni di buon senso per conferire "quotidianamente" i rifiuti al servizio pubblico, trattandoli come rifiuti indifferenziati.
L'indicazione data dall'ISS impatta sia verso la organizzazione del servizio di raccolta (nei Comuni serviti con il "porta a porta" l'indifferenziato si raccoglie solitamente una volta a settimana), sia nei confronti dell'impianto di destino (impianto di termodistruzione e non TMB o discarica), sia verso la sicurezza degli operatori che dovrebbero essere "opportunamente addestrati".
L'ipotesi stessa di istituzione di un servizio dedicato di raccolta e trasporto attirerebbe questi rifiuti nell'orbita dell'ADR, ponendo non pochi problemi pratici di gestione.
Siamo all'inizio di un nuovo scenario che porrà numerosi interrogativi agli operatori del settore.