L’autotrasporto, che è - anche se misconosciuto - uno degli assi portanti della economia locale, sta attraversando da anni una profonda crisi che ha visto progressivamente erodere i ricavi delle aziende mettendone in forse la stessa sopravvivenza.
L’ingresso nel mercato nazionale di operatori provenienti dall’Europa dell’Est, la contrazione degli ordini dovuta alla pesante crisi che dal 2009 ha coinvolto tutta l’economia europea, le crisi aziendali locali - non ultima quella dell’Ilva - hanno scatenato una guerra al ribasso delle tariffe, a scapito della sicurezza di tutti gli utenti della strada, che rischia concretamente di tradursi in una danno grave e permanente per tutta l’economia locale.
In questo contesto così difficile, al di là di quelli che possono essere gli interventi della parte pubblica, le imprese devono porsi il problema della loro stessa sopravvivenza e probabilmente pensare a innovare puntando sull’ulteriore rafforzamento della professionalità dei loro dipendenti e sull’aumento della gamma di servizi offerti. È necessario infatti continuare a presidiare le rotte tradizionali da e per la Puglia e il Sud Italia allargando il campo d’azione ad altre tipologie di trasporto che, in tempi di "vacche grasse", sono stati considerati marginali e "scomodi": parliamo in particolare del trasporto di merci pericolose (Adr) e del trasporto di rifiuti speciali.